In questo articolo scopriremo insieme le diverse forme di vitamina D, come viene sintetizzata e attivata nel corpo, le sue principali funzioni e le possibili conseguenze di una sua carenza, offrendo una panoramica completa dei benefici e delle criticità legate ai suoi livelli ottimali.
Indice degli argomenti:
- Cos’è la vitamina D
- Quali sono le sue funzioni
- Cosa comporta la sua carenza?
Cos’è la vitamina D
Con la denominazione di vitamina D si identificano il colecalciferolo (vitamina D3), che è la forma naturalmente presente nei mammiferi, e l’ergocalciferolo (vitamina D2), che si forma in seguito all’esposizione alla luce ultravioletta dell’ergosterolo, una forma provitaminica di origine vegetale.
Per essere attiva e utilizzabile dall’organismo, la vitamina D deve subire un processo di attivazione, poiché sia il colecalciferolo (D3) che l’ergocalciferolo (D2) si presentano inizialmente in una forma inattiva.
Questo processo di attivazione avviene in tre fasi principali che coinvolgono la pelle, il fegato e i reni.
- La vitamina D3 viene prodotta a partire dal 7-deidrocolesterolo, un precursore presente nella pelle, che si attiva con l’esposizione ai raggi UVB del sole e si converte in colecalciferolo.
- Una volta sintetizzato, il colecalciferolo si sposta nel fegato, dove subisce una prima idrossilazione, trasformandosi in 25-OH vitamina D3 (calcidiolo). Questa è la forma di vitamina D comunemente misurata negli esami del sangue per verificarne i livelli.
- Il calcidiolo passa nei reni per la fase finale, in cui subisce una seconda idrossilazione e diventa 1,25-OH vitamina D (calcitriolo), la forma attiva che il corpo utilizza per regolare l’assorbimento di calcio e fosforo e per altre funzioni essenziali.
Quali sono le sue funzioni
La vitamina D interessa molti sistemi di organi ma principalmente aumenta l’assorbimento di calcio e fosfato dall’intestino e favorisce la normale formazione e mineralizzazione dell’osso insieme alla vitamina K2.
Nello specifico, la vitamina D è:
- immunomodulante
- antitumorale
- protettiva a livello cardiovascolare
- antidepressiva
- tonificante muscolare
- regolatoria del metabolismo glucidico
Cosa comporta la sua carenza?
Prima di tutto, è importante conoscere i diversi intervalli di vitamina D nel sangue per capire se i livelli personali sono adeguati.
La carenza di vitamina D si manifesta con valori inferiori ai 10 ng/ml, un’insufficienza è indicata da livelli sotto i 30 ng/ml, mentre i livelli ottimali si trovano tra i 50 e gli 80 ng/ml. Superare i 100 ng/ml, invece, può indicare un rischio di tossicità.
Attraverso il test genetico è ora possibile riscontrare un’alterata funzionalità del recettore della vitamina D (VDR). In questi casi è opportuno monitorare i livelli di vitamina D con esame ematico e, in caso di carenza, valutare l’integrazione con vitamina D per via orale e, se necessario, di calcio e fosfato
Cosa implicano bassi livelli di vitamina D?
La carenza di vitamina D altera la mineralizzazione ossea, causando il rachitismo nei bambini e l’osteomalacia negli adulti.
C’è da dire, però, che questi disturbi possono derivare anche da altre condizioni, come per esempio la malattia renale cronica, vari disturbi dei tubuli renali, il rachitismo da ipofosfatemia familiare (vitamina D-resistente), l’acidosi metabolica cronica, l’iperparatiroidismo, l’ipoparatiroidismo, l’inadeguata assunzione con la dieta di calcio, e i disturbi o i farmaci che alterano la mineralizzazione della matrice ossea.
La carenza di vitamina D causa anche l’ipocalcemia, che stimola la produzione di paratormone, provocando l’iperparatiroidismo. L’iperparatiroidismo aumenta l’assorbimento, la mobilizzazione nell’osso e la ritenzione renale di calcio, ma aumenta anche l’escrezione di fosfato. Come risultato, il livello sierico di calcio può essere normale, ma a causa dell’ipofosfatemia, la mineralizzazione ossea è compromessa.
In conclusione, la vitamina D svolge un ruolo centrale nel mantenimento della salute ossea e nel supporto di molte altre funzioni vitali, tra cui la regolazione immunitaria e il benessere muscolare. Comprendere il suo metabolismo e monitorarne i livelli è essenziale, soprattutto per prevenire carenze che potrebbero avere effetti a lungo termine sulla salute.