La vitamina D è in realtà un ormone che viene in parte assunto tramite alimenti come il tuorlo d’uovo, il salmone, l’olio di fegato di merluzzo, ma è soprattutto sintetizzata dal nostro corpo con l’esposizione alla luce solare senza l’utilizzo di creme protettive.
La vitamina D è un ormone steroideo il cui precursore è il colesterolo e il suo meccanismo d’azione è condizionato alla sua interazione con un recettore (NR1I1) codificato dal gene VDR.Il recettore è costituito da due domini, uno dei quali si lega all’ormone e l’altro che si lega al DNA.
Nel caso di un polimorfismo a carico dei geni che esprimono il recettore VDR si può manifestare un genotipo AA che codifica per un recettore mutante che si lega in maniera molto debole alla vitamina D ed è causa di una maggior perdita di densità minerale ossea con maggior rischio di fratture e fragilità ossea.
Ma la vitamina D è considerata un ormone fondamentale non solo per l’assorbimento e il metabolismo del calcio ma anche per la regolazione della glicemia, per il controllo dell’infiammazione, per la forza muscolare, per la salute cardiovascolare, per l’integrità dell’epitelio intestinale e per la funzionalità del sistema immunitario.
Inoltre, si ritiene che vi sia una correlazione negativa tra la concentrazione di 25 (OH) D con l’indice di massa corporea (BMI) e la percentuale di massa grassa, tutte funzioni che se non performanti al meglio possono contribuire ad un invecchiamento precoce e alla comparsa di malattie croniche di tipo degenerativo e a un possibile aumento della mortalità.
Nei soggetti nei quali è presente il polimorfismo è importante monitorare i livelli di vitamina D perché livelli bassi potranno essere associati più facilmente a problematiche varie. L’integrazione di vitamina D sarà particolarmente indicata in quanto si è visto che l’espressione dell’mRNA di VDR è aumentata significativamente dopo 2 mesi di integrazione con 2000 UI di vitamina D.
(L’impatto della supplementazione di vitamina D sull’espressione genica VDR e sulla composizione corporea nei gemelli monozigoti: studio controllato randomizzato Jeane Franco Pires Medeiros 2020)
Dr. Massimo Spattini