Quando parliamo di grassi saturi o insaturi, ci riferiamo alla composizione in acidi grassi dei lipidi presenti negli alimenti e nel nostro organismo. Per intenderci, gli acidi grassi sono i mattoni fondamentali dei grassi (o lipidi).
Gli acidi grassi si distinguono principalmente in due categorie: saturi e insaturi, e si differenziano per la loro struttura chimica e per i diversi effetti sulla salute.
Che differenza c’è tra grassi saturi e insaturi?
Dal punto di vista chimico, gli acidi grassi sono costituiti da una catena di atomi di carbonio, che inizia con un gruppo carbossilico (-COOH) e termina con un gruppo metilico (-CH3).
Se tutti gli atomi di carbonio sono legati tra loro esclusivamente da legami singoli e completamente saturati di idrogeno, il grasso è definito saturo. Se, invece, nella struttura sono presenti uno o più doppi legami tra gli atomi di carbonio, si tratta di un grasso insaturo.
A seconda del numero di doppi legami, i grassi insaturi si suddividono in monoinsaturi, se ne contengono uno solo, e polinsaturi, se ne hanno due o più.
Perché è importante scegliere alimenti ricchi di grassi “buoni” o insaturi
I grassi insaturi, definiti anche “grassi buoni“, apportano numerosi benefici al nostro organismo, contribuendo al benessere del cuore, del cervello e del metabolismo.
Uno dei principali vantaggi dei grassi insaturi è l’effetto positivo sui livelli di colesterolo.
A differenza dei grassi saturi infatti, che possono aumentare il colesterolo LDL (il cosiddetto “colesterolo cattivo”), i grassi insaturi non solo aiutano a ridurlo, ma favoriscono anche l’aumento del colesterolo HDL (il “colesterolo buono”).
Questo equilibrio è fondamentale per prevenire malattie cardiovascolari, e ridurre di conseguenza il rischio di aterosclerosi, infarti e ictus.
Inoltre gli acidi grassi omega-3 e omega-6, appartenenti alla categoria dei grassi polinsaturi, sono fondamentali per il corretto funzionamento del sistema nervoso, per il controllo dell’infiammazione e per la protezione della vista.
Infine, i grassi insaturi contribuiscono a mantenere la pelle elastica, supportano il sistema immunitario e forniscono energia di lunga durata senza causare picchi glicemici, a differenza dei carboidrati semplici.
Come avere il giusto apporto di lipidi nell’alimentazione?
Per avere una dieta equilibrata è fondamentale distribuire correttamente l’apporto di grassi.
Le linee guida nutrizionali suggeriscono di suddividere l’energia totale giornaliera derivante dai grassi in questo modo:
- Grassi saturi: meno del 10% dell’apporto calorico giornaliero
- Grassi monoinsaturi: tra il 10% e il 15%
- Grassi polinsaturi: tra il 5% e il 10%
Ecco alcuni suggerimenti pratici per un corretto consumo di grassi sani:
- utilizza l’olio extravergine di oliva al posto del burro;
- consuma circa 30 g al giorno di frutta secca, come mandorle, noci o nocciole;
- cerca di aggiungere semi vegetali (come chia, lino e girasole) alle tue insalate;
- integra nella tua dieta le alghe;
- scegli sempre uova provenienti da allevamenti all’aperto;
- limita il consumo di prodotti confezionati e industriali ricchi di grassi trans;
- evita di mangiare spesso cibi fritti e trasformati, come patatine e prodotti da fast food;
- non esagerare con i formaggi ad alto contenuto di grassi e con la carne rossa.
Esempi di alimenti contenenti grassi saturi
- carni grasse
- insaccati
- fritture di ogni tipo
- burro, strutto e margarine
- latte intero
- panna
- formaggi grassi
- uova
- insaccati e cibi ad alto indice glicemico
- bevande tipo cola e succhi di frutta industriali
Esempi di alimenti contenenti grassi insaturi
- oli vegetali
- avocado
- mandorle
- nocciole
- pistacchi
- pesce azzurro
- frutta secca
- noci
- burro d’arachidi
- salmone
Il test genetico e il metabolismo dei lipidi
Il test genetico analizza diversi geni per valutare il metabolismo dei lipidi e determinare se un individuo ha un profilo lipidico più o meno vantaggioso.
Ad esempio, il gene PPAR-alfa codifica per un recettore nucleare coinvolto nel metabolismo lipidico e glucidico, essenziale per l’utilizzo dei lipidi come fonte di energia (beta-ossidazione). Un’alterazione di questo gene può compromettere la flessibilità metabolica.
In particolare, il polimorfismo al gene PPAR-gamma 2 (PPAR2) riduce l’affinità del recettore con il promotore responsabile della sintesi degli enzimi coinvolti nel metabolismo lipidico. Il PPAR2, presente nelle cellule adipose, favorisce l’immagazzinamento degli acidi grassi e inibisce la lipolisi, portando così a un aumento dell’accumulo di trigliceridi nel tessuto adiposo.
Inoltre, il PPAR-alfa regola l’utilizzo dei lipidi come principale fonte energetica. Nei soggetti con una versione meno attiva di questo enzima, si osserva una maggiore predisposizione all’accumulo di grasso sottocutaneo, anche a livello muscolare, nonostante l’allenamento.